"Una tazza di caffè si ricorda per 40 anni", recita un detto turco. Quanto basta per far comprendere che in questo luogo sospeso tra Europa e Asia, tra Oriente e Occidente, il caffè turco è un'autentica istituzione. Ecco perché proprio in questi giorni a Istanbul (qui una piccola guida) gli è stato dedicato un vero e proprio museo: qui, tra le altre cose, i visitatori hanno anche la possibilità di apprendere i segreti per prepaparare un caffè turco d'autore.
Il caffè turco si prepara mettendo la polvere di caffè macinata molto fine nell'ibrik, un piccolo bricco in genere d'ottone assieme ad acqua, zucchero e, a seconda delle tradizioni, spezie come il cardamomo. La miscela va sottoposta a una tripla bollitura che rende il caffè turco denso e sciropposo: prima di berlo infatti occorre farlo decantare per qualche minuto. Ancora oggi c'è chi si diletta nell'interpretazione di ciò che resta in fondo alla tazza: in Turchia così come nei Paesi dei Balcani sottoposti alla dominazione ottomana la lettura dei fondi del caffè è al centro di una tecnica di divinazione chiamata caffeomanzia.
Il museo dedicato a questo simbolo della Turchia è ospitato dal Museo delle arti turche e islamiche di Istanbul ed è descritto come "il primo posto in cui il caffè turco è cucinato e servito nella maniera più distinta".
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