lunedì 28 settembre 2009
Gli Stati Uniti? Assomigliano a un grande magazzino
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Il popolo degli Stati Uniti si riconosce in una delle sue più grandi catene di supermercati, il Wal-Mart. Non è un complimento, è vero, ma è il quadro che emerge da un sondaggio realizzato da Vanity Fair e dalla trasmissione di CBS News "60 Minutes", il primo di una serie destinato a tracciare un ritratto della gente d'America utilizzando simboli e stereotipi della cultura a stelle e strisce. Il 48% dei cittadini americani ha scelto come azienda simbolo degli Stati Uniti la catena di grandi magazzini Wal-Mart, che ha battuto la concorrenza di colossi come Google e Microsoft, della NFL e di Goldman Sachs. Un risultato a sorpresa per molti, ma che rispecchia la realtà Usa (ormai sempre più assorbita anche dalla nostra cultura del tempo libero), dove il "mall" è da sempre un luogo (o non luogo) di ritrovo disponibile 24 ore al giorno in cui si può dare sfogo alla frenesia consumistica che ormai affligge americani e non. Su Repubbica.it una selezione di immagini tratte dal sito People of Wal-Mart, una raccolta dei clienti più strani della catena. "Perché, se come la definisce il New York Times, l'America è una nazione Wal-Mart, questi dovrebbero essere i suoi abitanti", si legge sul quotidiano online.
mercoledì 23 settembre 2009
L'Australia dipinta di rosso
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Sembrano immagini ritoccate al Photoshop e invece è tutto vero. Gli abitanti di Sidney e del sud dell'Australia si sono risvegliati sotto un cielo colorato di rosso a causa di una tempesta di sabbia proveniente dall'Outback, il deserto australiano. Ecco alcune immagini in un servizio della Cnn.
lunedì 21 settembre 2009
Panorami d'Europa
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Siete a caccia di vedute mozzafiato sulle strade d'Europa? La rivista Forbes accorre in vostro soccorso con una top ten delle sue dedicata ai percorsi più suggestivi del continente. Nell'elenco sono incluse due mete dell'Italia meridionale. La prima si trova in Sicilia dove spicca l'itinerario tracciato dalla mitica Targa Florio, una delle più antiche e celebri corse automobilistiche del Belpaese, che si snoda nella provincia di Palermo attraverso campi di grano e viuzze spazzate dal vento. L'altra si trova in Puglia e segue il profilo del mare da Brindisi verso l'estremità meridionale del "tacco" d'Italia (la strada provinciale 358 da Otranto a Santa Maria di Leuca). Il Belpaese fa da mattatore nella graduatoria anche con la strada statale 65 che lambisce le campagne intorno a Firenze, con la Statale 583 da Lecco a Bellagio e con la Statale 45bis e la Sp235 da Riva del Garda a Cortina d'Ampezzo. Altri tragitti da non perdere, che siate in sella a una moto o al volante di un'auto, sono la Jadranska Magistralamono, la strada costiera che conduce dal nord della Croazia fino a Dubrovnik, la Grossglockner Hochalpenstrasse, in Austria, che offre un mix di avventura e paesaggi alpini, e la Strada della vita che va da San Pietroburgo al lago Lagoda in mezzo alle antiche vestigia della seconda guerra mondiale.
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mercoledì 16 settembre 2009
Una piacevole scoperta: il tuna melt
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Quando si è lontani da casa tutto ha il sapore della scoperta. Può essere un tramonto, una prateria cosparsa di balle di fieno, una strada piena di negozi. Lo spirito d'avventura contagia anche la mia alimentazione. Raramente fuori dall'Italia indulgo alla tentazione di una pizza (a parte negli Usa dove è un must), neè tantomeno di un piatto di pasta. In genere preferisco sperimentare le proposte del luogo (anche se non sono mai stata in Oriente, per cui potrei ricredermi...) Esplorando i gusti alimentari degli altri popoli si fanno tante belle scoperte. Una di queste è il Tuna melt, un sandwich a base di tonno e formaggio che è una specialità del New Jersey ma che io ho assaggiato a Sausalito, nella baia di San Francisco. La descrizione non era molto allettante, ma al primo morso mi sono deliziata...
Ecco la ricetta (pescata online sul sito Cooks.com)
Ingredienti
1 confezione di tonno senza olio
cipolla a piacimento
sedano a piacimento
2 cucchiai di mayonese
Formaggio Cheddar
4 English muffin aperti a metà (o quattro fette di pane morbido)
Preparazione. Tritare cipolla e sedano e unirli al tonno e alla mayonese. Spalmare l'impasto sul pane, infornare a 200 gradi finché non diventa dorato. Ricoprire ciascuna metà di pane con una fetta di formaggio cheddar e riposizionare in forno finchè il formaggio non si scioglie.
Il condimento in più. Da una ricerca online ho notato che molti aggiungono una fetta di pomodoro, io l'ho assaggiato con un mix di cipolle grigliate in cima...Da provare!
Ecco la ricetta (pescata online sul sito Cooks.com)
Ingredienti
1 confezione di tonno senza olio
cipolla a piacimento
sedano a piacimento
2 cucchiai di mayonese
Formaggio Cheddar
4 English muffin aperti a metà (o quattro fette di pane morbido)
Preparazione. Tritare cipolla e sedano e unirli al tonno e alla mayonese. Spalmare l'impasto sul pane, infornare a 200 gradi finché non diventa dorato. Ricoprire ciascuna metà di pane con una fetta di formaggio cheddar e riposizionare in forno finchè il formaggio non si scioglie.
Il condimento in più. Da una ricerca online ho notato che molti aggiungono una fetta di pomodoro, io l'ho assaggiato con un mix di cipolle grigliate in cima...Da provare!
lunedì 14 settembre 2009
Letteratura in viaggio
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Appuntamento imperdibile per chi ama i libri che fanno sognare nuove destinazioni. Dal 24 al 27 settembre 2009 a Roma si terrà la seconda edizione del Festival della letteratura di viaggio. La tre giorni di conferenze, proiezioni, esposizioni e incontri, organizzata dalla Società Geografica Italiana e a Federculture, sarà ospitata anche quest'anno a Villa Celimontana, vicino al Colosseo.
Ospiti della manifestazione saranno scrittori (come il bravissimo Pino Cacucci di cui parlo altrove nel blog), giornalisti e geografi. Venerdì 25 sarà consegnato il premio La Navicella d'Oro a Bernardo Bertolucci, nell'ambito di una retrospettiva dedicata al regista di capolavori come il Piccolo Buddha e L'Ultimo imperatore. A chiudere il festival una video-maratona del meglio della fortunata serie Turisti per caso.
Ospiti della manifestazione saranno scrittori (come il bravissimo Pino Cacucci di cui parlo altrove nel blog), giornalisti e geografi. Venerdì 25 sarà consegnato il premio La Navicella d'Oro a Bernardo Bertolucci, nell'ambito di una retrospettiva dedicata al regista di capolavori come il Piccolo Buddha e L'Ultimo imperatore. A chiudere il festival una video-maratona del meglio della fortunata serie Turisti per caso.
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venerdì 11 settembre 2009
Sulle tracce della mitica Route 66
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Tra i primi ci fu lo scrittore californiano John Steinbeck che nel suo capolavoro Furore (Grapes of wrath), vincitore del prestigioso premio Pulitzer, consacrò il mito della Route 66, la Mother road che attraversa gli Stati Uniti per 3.755 chilometri da Chicago, nell’Illinois, a Santa Monica, in California. Da allora ne è passato di tempo ma il fascino della storica highway statunitense, che assistette per anni alle continue ondate di migrazione dirette verso il West (la più massiccia avvenne negli anni Trenta dello scorso secolo all'epoca del Dust bowl) è tuttora intatto, alimentato da canzoni celebri come Get your kicks on Route 66 del cantante jazz Bobby Troup ed entrata nel repertorio di musicisti come Nat King Cole, Chuck Berry e persino dei Rolling Stones - e dai set cinematografici (di recente sulla Mother road è stato ambientato il film d'animazione della Pixar Cars - Motori ruggenti).
Il mito è poi sapientemente fomentato da ben riuscite operazioni di marketing: basti pensare che il gagliardetto che indica il nome della strada, ormai desueta e sostituita dalla ben più moderna rete di highway, è diventato un simbolo, un formidabile brand che troverete impresso su ogni attività commerciale baciata dalla Main street...
Quando si viaggia negli States le occasioni per imbattersi sulla Historic Route 66 non mancano di certo. Alcuni decidono di percorrerla per intero, ma la maggior parte dei viaggiatori la "incontra" lungo un itinerario nella West Coast dove si sovrappone a tratti alla I-40 che si dirige dalla California verso gli Stati più interni.
Le mie tappe
Seligman (Arizona). Divertente, kitsch, folle. In un'unica strada questo grazioso paesino condensa tutte queste caratteristiche. Laddove alla fine dell'800 esisteva una comunità di cowboy resa fiorente dalla linea ferroviaria, la Santa Fe railroad, oggi c'è un'accozzaglia di negozi di souvenir devoti al mito della Route 66. Assolutamente da vedere il Rusty Bolt Gift Shop, circondato e sovrastato da un'infinità di manichini...
Flagstaff (Arizona). Ammetto di essere stata positivamente condizionata dalla lettura del giallo di Giorgio Faletti Fuori da un evidente destino, interamente ambientato a Flagstaff tra canyon e indiani. In realtà si tratta di una cittadina piuttosto anonima, anche se posizionata strategicamente tra il Grand Canyon e la zona di Sedona, punto di riferimento per gli appassionati di new age. E persino la Route 66, tanto celebrata altrove, qui perde il suo caratteristico sapore di mito. Nulla da dichiarare, quindi. Inoltre, se pensate di alloggiare qui, è bene mettere nel conto il fischio del treno che vi accompagnerà per tutta la notte.
Un tratto di Route 66 in mezzo al deserto del Mojave |
Il mito è poi sapientemente fomentato da ben riuscite operazioni di marketing: basti pensare che il gagliardetto che indica il nome della strada, ormai desueta e sostituita dalla ben più moderna rete di highway, è diventato un simbolo, un formidabile brand che troverete impresso su ogni attività commerciale baciata dalla Main street...
Le mie tappe
Il Coffe Shop di Ludlow dove sarete accolti da personale in abito d'epoca |
Ludlow (California) Appena dieci abitanti per questa ghost town dal sapore autentico in pieno Mojave desert. Una stazione di servizio, un motel e un Coffee shop sono gli unici segnali di presenza umana in questo territorio desolato che un tempo non molto lontano fu movimentato alloggio dei minatori. L'atmosfera è surreale...
A pochi chilometri da Ludlow si trovano due località dai nomi quantomeno bizzarri. Una si chiama Siberia ed è in netto contrasto con le temperature che si sperimentano qui, soprattutto d'estate, l'altra è Bagdad e l'incongruenza non ha bisogno di spiegazioni!
Il simbolo di Kingman |
Kingman (Arizona). Una destinazione da non perdere. Tutto qui trasuda la storia della Route 66 che si sovrappone con l'arteria principale del paese, la Andy Devine Ave. dove si rincorrono ottime steak house, motel economici e alberghi delle maggiori catene (io ho soggiornato all'ottimo Best Western A Wayfarer's Inn, stanze ultracomode e colazione super). Location ideale per assaporare il gusto del Far West e scattare foto memorabili. Kingman è incorniciata da un panorama di rocce rosse che dà al visitatore la sensazione di essere immerso in un film di Sergio Leone ed è anche una buona base di appoggio per visitare il Grand Canyon (il West rim col suo sensazionale Skywalk dista solo 70 miglia, a circa tre ore di auto si trova invece il South rim). Prima di arrivare a Kingman si incontra Oatman, un'altra delle ghost town nella rete di ex città di minatori che punteggiano il territorio statunitense. Un tempo uno dei più grandi fornitori di oro degli Usa, Oatman è stato scelto come set cinematografico e persino come meta della luna di miele di Clark Gable e Carole Lombard: le celebri star di Hollywood si era sposati a Kingman nel 1939 e trascorsero la loro prima notte di nozze all'Oatman hotel.
La via principale di Seligman |
Flagstaff (Arizona). Ammetto di essere stata positivamente condizionata dalla lettura del giallo di Giorgio Faletti Fuori da un evidente destino, interamente ambientato a Flagstaff tra canyon e indiani. In realtà si tratta di una cittadina piuttosto anonima, anche se posizionata strategicamente tra il Grand Canyon e la zona di Sedona, punto di riferimento per gli appassionati di new age. E persino la Route 66, tanto celebrata altrove, qui perde il suo caratteristico sapore di mito. Nulla da dichiarare, quindi. Inoltre, se pensate di alloggiare qui, è bene mettere nel conto il fischio del treno che vi accompagnerà per tutta la notte.
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domenica 6 settembre 2009
Aereo, istruzioni per l'uso...tutte da ridere
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Le istruzioni compilate dalle compagnie aeree nel malaugurato caso si verifichi un'emergenza possono essere fonte di ansia per il passeggero. Io in genere evito di leggerle e di guardare gli assistenti mentre mimano il da farsi... C'è chi ha saputo cogliere il loro aspetto comico, elaborando un video che ha spopolato su Youtube con oltre 450 mila visualizzazioni. Il suo nome è Michele Ampollini, 34 anni, autore televisivo e "penna" del libro "Alitaglia. Corso per intepretare le istruzioni di bordo", in libreria dal 9 settembre. Lo scrittore ha studiato i "manualetti" confezionati da 104 compagnie aeree di tutto il mondo e ne ha estrapolato una divertente reinterpretazione scandita da vignette e battute ad hoc...Provare per credere!
Da qualche tempo su Youtube è disponibile anche una seconda versione. Eccola...
Alitaglia. Corso per intepretare le istruzioni di bordo, Michele Ampollini, Rizzoli, 15 euro
Da qualche tempo su Youtube è disponibile anche una seconda versione. Eccola...
Alitaglia. Corso per intepretare le istruzioni di bordo, Michele Ampollini, Rizzoli, 15 euro
venerdì 4 settembre 2009
Perché, in aereo, viaggiare light è meglio
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Il caos bagagli è diventato una regola, soprattutto d'estate. Valigie che si perdono in giro per il mondo, ritardi che si accumulano e di conseguenza stress. Tutto quello di cui non si ha bisogno quando si viaggia.
Dopo aver accumulato una buona dose di ansia da lost and found (i miei bagagli si volatilizzano misteriosamente, riapparendo soltanto un mese più tardi, quando sono già abbondantemente rientrata) da qualche anno ho deciso di cambiare strategia: viaggiare light e condensare il più possibile indumenti e accessori in un unico ristretto bagaglio a mano fa risparmiare tempo, fatica e - considerando anche le nuove regole imposte dalle compagnie aeree - spesso pure denaro. Una soluzione che comporta qualche rinuncia, certo, ma che alla fine si rivela una carta vincente, soprattutto in caso di voli che contemplano più di uno scalo...
Tutto ciò che serve è una buona organizzazione. A cominciare dal bagaglio. Meglio scartare i seppur comodissimi trolley: pesano non meno di tre chili (anche i modelli più leggeri) che potrebbero rivelarsi "fatali" al check in. Meglio optare per un borsone che sarà sì più scomodo da scarrozzare da un aeroporto all'altro ma consente un risparmio di oltre due chilogrammi che possono facilmente essere capitalizzati sotto forma di magliette e pantaloni!
Studiare bene la destinazione (condizioni meteo in primis e tipo di abbigliamento richiesto poi) è essenziale per confezionare il contenuto. Altamente consigliati i tessuti tecnici. Pesano poco e non si stropicciano. E' una buona idea stilare una lista di capi che possano essere facilmente incrociati in modo da creare nuovi abbinamenti. Se bisogna portare con sé indumenti più pesanti è meglio (se possibile) indossarli il giorno della partenza: un po' di fatica ai controlli di imbarco sarà ampiamente ricompensata...
Ricordatevi che per il bagaglio a mano ci sono dei limiti al trasporto di liquidi (consultate il sito dell'Enac in caso di dubbi), per cui ogni passeggero può portare a bordo massimo dieci contenitori della capacità massima di 100 ml ciascuno da collocare dentro una busta di plastica richiudibile la cui capacità non deve superare il litro. In vista di un prossimo viaggio è quindi consigliabile dotarvi di prodotti travel size e conservare i campioncini di creme, fondotinta e shampoo presi in profumeria. Possono anche essere riutilizzati e riempiti col vostro prodotto preferito.
Per non dimenticare proprio nulla io sono solita consultare il sito In valigia, un prontuario ideale per tutte le destinazioni. Eliminate il superfluo e vi accorgerete che viaggiare light non è un'impresa impossibile!
Dopo aver accumulato una buona dose di ansia da lost and found (i miei bagagli si volatilizzano misteriosamente, riapparendo soltanto un mese più tardi, quando sono già abbondantemente rientrata) da qualche anno ho deciso di cambiare strategia: viaggiare light e condensare il più possibile indumenti e accessori in un unico ristretto bagaglio a mano fa risparmiare tempo, fatica e - considerando anche le nuove regole imposte dalle compagnie aeree - spesso pure denaro. Una soluzione che comporta qualche rinuncia, certo, ma che alla fine si rivela una carta vincente, soprattutto in caso di voli che contemplano più di uno scalo...
Tutto ciò che serve è una buona organizzazione. A cominciare dal bagaglio. Meglio scartare i seppur comodissimi trolley: pesano non meno di tre chili (anche i modelli più leggeri) che potrebbero rivelarsi "fatali" al check in. Meglio optare per un borsone che sarà sì più scomodo da scarrozzare da un aeroporto all'altro ma consente un risparmio di oltre due chilogrammi che possono facilmente essere capitalizzati sotto forma di magliette e pantaloni!
Studiare bene la destinazione (condizioni meteo in primis e tipo di abbigliamento richiesto poi) è essenziale per confezionare il contenuto. Altamente consigliati i tessuti tecnici. Pesano poco e non si stropicciano. E' una buona idea stilare una lista di capi che possano essere facilmente incrociati in modo da creare nuovi abbinamenti. Se bisogna portare con sé indumenti più pesanti è meglio (se possibile) indossarli il giorno della partenza: un po' di fatica ai controlli di imbarco sarà ampiamente ricompensata...
Ricordatevi che per il bagaglio a mano ci sono dei limiti al trasporto di liquidi (consultate il sito dell'Enac in caso di dubbi), per cui ogni passeggero può portare a bordo massimo dieci contenitori della capacità massima di 100 ml ciascuno da collocare dentro una busta di plastica richiudibile la cui capacità non deve superare il litro. In vista di un prossimo viaggio è quindi consigliabile dotarvi di prodotti travel size e conservare i campioncini di creme, fondotinta e shampoo presi in profumeria. Possono anche essere riutilizzati e riempiti col vostro prodotto preferito.
Per non dimenticare proprio nulla io sono solita consultare il sito In valigia, un prontuario ideale per tutte le destinazioni. Eliminate il superfluo e vi accorgerete che viaggiare light non è un'impresa impossibile!
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