Quando gli si chiede se ha paura, lui risponde con un'alzata di spalle e altre due domande: di che cosa? lei ha paura nella sua vita? Come se vivere la guerra in prima persona, esserne un testimone privilegiato e sperimentarne giorno dopo giorno i rischi e le atrocità, fosse la cosa più normale del mondo. Se fosse stato qualcun altro a dirlo, qualche dubbio sull'autenticità di quelle frasi poteva sorgere. Ma se a pronunciarle è Reza Deghati non puoi far altro che credergli sulla parola.
Reza è un pluripremiato fotoreporter iraniano costretto a lasciare il suo paese per via della sua attività di denuncia che gli costò pure cinque mesi di torture da parte dei servizi segreti. Oggi è un cittadino naturalizzato francese.
Massoud visto da Reza |
Ha 58 anni ma già quando ne aveva 14 aveva capito che la sua strada era la fotografia e l'ha percorsa fino a divenire uno dei più apprezzati professionisti del National Geographic, colui che ha raccontato le guerre, le ingiustizie e l'anima di interi popoli o di singoli uomini. Uomini come Ahmad Shah Massoud, il leader dei Mujaheddin che si mise a capo dell'Alleanza del Nord per liberare l'Afghanistan dagli invasori sovietici. Suo è il ritratto probabilmente più bello ed espressivo del leone del Panshir.
Da una terra di frontiera e di disagio come lo è quella afgana il suo impegno si è esteso negli ultimi tempi a un quartiere dell'Occidente moderno che vive anch'esso, con le dovute proporzioni, in mezzo al degrado e circondato dai pregiudizi. E' Librino, città satellite di Catania, rione dormitorio da 80 mila abitanti dove le strade e i palazzi sono tutti uguali, i negozi sono pochi ed essenziali e scarsi, se non inesistenti, pure i servizi.
Reza ha infatti accolto l'invito lanciato da Antonio Presti della fondazione Fiumara d'arte a condurre un laboratorio fotografico che sfocerà poi nella realizzazione di un museo a cielo aperto che avrà come tele le anonime facciate degli edifici di Librino. Un progetto dai grandi numeri, quello di Antonio Presti che a Librino ha già fatto realizzare la Porta della Bellezza, trasformando un vecchio muraglione in cemento armato in un'opera d'arte ornata da 9 mila manufatti in terracotta. «Coinvolgerà 30 mila persone, 100 bambini scelti dalle realtà attive del quartiere dovranno contattare 300 persone ciascuno - afferma il mecenate -. Le persone coinvolte verranno fotografate, e le foto andranno a formare una grande mostra in Piazza dell'Elefante. Questo grande archivio fotografico sarà realizzato dai 40 fotografi siciliani scelti in questi mesi».
massoud una persona splendida per questo gli americani lo hanno ucciso
RispondiEliminaCiao Carla e grazie della visita. Non conosco in profondità la storia di Massoud per cui non mi sento di esprimere giudizi. Di certo c'è che questa foto è strepitosa per l'emozione che riesce a trasmettere. A presto.
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