Il nome è di quelli altisonanti che richiama splendidi scenari naturali come quelli del deserto dell'Arizona: la valle delle pietre dipinte L'idea è di quelle ambiziose: rappresentare in immagini su lastroni di pietra le scene della Divina Commedia in un percorso letterario creato all'interno di una vecchia cava dismessa. La realtà è di quelle che spesso si incontrano in Sicilia, fatta di incuria e di abbandono.
Siamo a Campobello di Licata, una trentina di chilometri dalla costa agrigentina, in quella zona di confine che si protrae vero la vicina Caltanissetta. Qui sorge la Valle delle Pietre dipinte, un parco letterario dedicato alla colossale opera di Dante Alighieri fatto realizzare dal Comune di Campobello di Licata negli anni '90: in un'antica cava dismessa sono stati collocati circa duecento quadri dipinti dall'artista sudamericano Silvio Benedetto, considerato l'ultimo dei muralisti", su massi policromi di travertino d'Alcamo del peso di 70 quintali ciascuno.
La realtà di questo luogo, però, è molto distante dalle buone intenzioni. La cava che ospita i lastroni di travertino è un luogo selvaggio cui si accede attraverso un cancello dischiuso e facendosi largo tra le erbacce che lastricano tutto il percorso. Un cartello all'ingresso indica che si tratta di un monumento del Comune di Campobello di Licata, segnala gli orari di apertura e offre anche la possibilità di visite guidate. Ma in questa terra di nessuno il fascino, purtroppo, è solo nel nome.
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