Chi vive sul grembo di un vulcano attivo ci è abituato da sempre. Fatte le debite proporzioni, è un po' come per chi abita in California o in Giappone. Qui la terra è ballerina, la montagna di tanto in tanto sbuffa e ci avverte attimo dopo attimo della sua presenza, della sua vitalità che ribolle pure lontano dalla nostra vista. In questi giorni i catanesi hanno ripreso a "traballare" e la notizia che un po' fa parte della quotidianita delle popolazioni dominate dall'Etna ha acquistato maggiore rilevanza sui media, a fare il paio con il risveglio del vulcano islandese che tanti guai sta procurando ai cieli europei.
La notte tra il 20 e il 21 aprile l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania ha registrato due nuove scosse di terremoto, che però non sono state avvertite dagli abitanti né, per fortuna, hanno provocato danni. Il primo evento, di magnitudo 2.8, è stato rilevato alle 3.54 nel Mar Tirreno Meridionale, nel Messinese, tra Capo d'Orlando e Gioiosa Marea. L'ipocentro è stato localizzato a una profondità di circa 118 chilometri. Il secondo terremoto, di magnitudo 2.2, è stato registrato alle 7.09 a sei chilometri a nord-est di Linguaglossa, al confine tra il vulcano Etna e i monti Peloritani, tra le province di Catania e Messina, a una profondità di 18 chilometri. Le due scosse si aggiungono a quelle registrate ieri nella stessa zona, al confine nord-est con l'Etna, nella linea di confine tra le province di Catania e Messina. L'ipocentro è stato localizzato a sei chilometri a nord-est di Linguaglossa, a una profondità di circa 10 chilometri.
E nel frattempo anche l'Etna ha ripreso a borbottare, ma solo un poco. Nel pomeriggio dell'8 aprile 2010, come riporta il sito dell'Ingv, sono state osservate delle emissioni di cenere dal Cratere di Sud-Est. L'attività è stata caratterizzata da emissione di materiale roccioso vecchio ed è cessata dopo alcune decine di minuti. (La foto a destra di Raffaele Azzaro della sezione catanese dell'Ingv è stata scattata alle ore 18:42 nei pressi di Linguaglossa).
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