L'autore Gregory David Roberts affida queste considerazioni alla fine del capitolo numero 40 (pagina 1095), quando ormai chi legge Shantaram (Neri Pozza, 23 euro) si è abituato alla poesia che trasuda dall'inchiostro. La Bombay di cui parla è un'entità vivente che urla e sussurra, che ammalia coi suoi profumi e stravolge per i suoi contrasti e diventa la protagonista assoluta di questo romanzo che attinge a piene mani alla biografia travagliata del suo autore.
Sulla copertina del libro un commento del Daily Telegraph descrive Shataram come "un capolavoro, un romanzo che tocca il cuore e la mente" e non si può non essere d'accordo. Ogni pagina è un viaggio, un'immersione nel tempo e nello spazio, un caleidoscopio di volti e di personalità differenti. Fino alla fermata conclusiva contenuta in quest'ultima, emozionate considerazione. "Perchè la vita è così. Procediamo a piccoli passi. Rialziamo la testa e torniamo ad affrontare il volto feroce e sorridente del mondo. Pensiamo. Agiamo. Sentiamo. Diamo il nostro piccolo contributo alle maree del bene e del male che inondano e prosciugano la terra. Trasciniamo le nostre croci ammantate d'ombra nella speranza di una nuova notte. Lanciamo i nostri cuori coraggiosi nelle promesse di un nuovo giorno. Con amore: l'appassionata ricerca di una verità diversa dalla nostra. Con struggimento: il puro, inefficace anelito di essere salvati. Poiché fino a quando il destino ce lo consente, continuiamo a vivere. Che Dio ci aiuti. Che Dio ci perdoni continuiamo a vivere".
Nel video una sua presentazione (in inglese)
"Se il fato non ti fa ridere, vuol dire che non hai capito la barzelletta"
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