martedì 11 febbraio 2020

Viaggio a Bali, alla scoperta di un angolo di paradiso

Il tempio di Besakih 

Bali, l'isola degli dei, trasuda spiritualità da ogni poro. Non occorre che tu sia credente o meno per lasciarti contagiare da quell'afflato di energia positiva che vibra nell'aria. Sarà per effetto di tutti gli Om che si accumulano e si espandono dagli yoga retreat, sarà un segno di rispetto per questa popolazione resiliente che ogni mattina prepara con accuratezza e devozione l'omaggio da offrire ai suoi dei. Che cosa può piacere a una divinità? Un po' di noodles, una fetta di mango, caramelle e poi il dolce fumo dell'incenso che riempie le narici.


Bali è  un'isola profumata. O almeno lo sarebbe se non fosse per i cumuli di spazzatura bruciati ogni giorno senza alcuna regola. È questo il metodo di smaltimento utilizzato ancora oggi da queste parti. Un tempo si davano alle fiamme solo rifiuti organici e andava bene così,  oggi nei cumuli finisce quello che capita e vi lascio immaginare la salubrità dei fumi che si sollevano da questi piccoli roghi.
Chi mi conosce sa che nei miei post mi piace essere obiettiva al cento per cento senza decantare solo le bellezze di un luogo, per questo vi dico subito l'altro aspetto che mi ha impressionato di Bali: il traffico. In prossimità dei centri abitati si cammina a passo d'uomo con sciami di motorini che guizzano da ogni lato. Ad agosto nel picco della stagione turistica abbiamo impiegato un'ora e mezza dall'aeroporto a Ubud, che distano appena 30 km. Il traffico è talmente impazzito che quando attraversavo la strada chiudevo gli occhi e mentalmente mi affidavo al volere dell'Universo.  Forse in altri periodi dell'anno la situazione è più tollerabile, ma ripensandoci sorrido per i contrasti che fanno di quest'isola un luogo memorabile.
Tanah Lot

Queste note dolenti non offuscano affatto la fama strameritata di Bali, un paradiso, un balsamo che placa l'anima, fonte d'ispirazione per una pratica introspettiva. Il luogo ideale per trovare se stesso se si ha il tempo e la voglia di cercare bene. Non venite a Bali solo per il mare, a meno che non siate amanti del surf. Se la vostra intenzione è sguazzare a riva ci sono destinazioni forse più adatte (vedi Thailandia e Malesia). Bali è un'immersione nella bellezza di una natura accogliente da cui emergono come d'incanto magnifici templi con le loro instagrammabili porte del paradiso, è un lasciarsi placare dalla gentilezza, dai sorrisi e dalla pacificità dei suoi abitanti (a parte qualche venditore aggressivo che non esita a riempirti di insulti in balinese se non hai intenzione di acquistare)

Inutile elencarvi qui tutte le escursioni che potete fare in questo angolo di paradiso, enclave induista nella più grande nazione musulmana al mondo. A Bali c'è tanto da vedere, dal grandioso tempio di Besakih a quello di Tanah Lot  sferzato dalle onde, alle terrazze di riso. Quelle che seguono pero sono le tre esperienze che a mio parere non possono mancare.


1 Ubud. Non sarete stati a Bali se non avrete soggiornato almeno 3 notti a Ubud. Personalmente sarei rimasta pure di più. Il centro artistico e spirituale dell'isola dove si viene in contatto con la sua anima più eclettica movimentata. Templi pittoreschi si alternano a locali alla moda e negozi di tendenza stile yoga e surf, le due attività per cui quest'isola è famosa. È il punto di partenza ideale per tante escursioni e avrete modo di trovare un po' ovunque driver disposti a fornire i loro servigi. 

2. Massaggi. Fate una scorta di coccole a poco prezzo.  Anche il foot massage è imperdibile. 

Lo spettacolo Kechak a Uluwatu

3. Lo spettacolo Kechak a Uluwatu. Chacachacacha. Il suono rimbomba nelle orecchie. Non ci sono strumenti ma solo la forza delle mascelle dei danzatori. Il cielo vira dall'azzurro al rosso mentre il Sole si inabissa all'orizzonte. La sagoma del tempio è lì sulla scogliera a picco sull'oceano indiano. Brividi. Pelle d'oca. Probabilmente l'emozione più intensa vissuta a Bali. Un'ora di danza balinese che rappresenta l'amore di Rama e Sita narrato dal poema epico induista Mahābhārata. Ci sono tanti spettatori stretti come sardine, magari non starete comodissimi, ma ne vale davvero la pena. 

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