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venerdì 1 marzo 2013

La Pasqua da non perdere in Sicilia

La processione degli incappucciati ad Enna/foto Ansa
In Sicilia la Pasqua è una tradizione che resiste al passare del tempo seguendo codici e rituali che spesso si sovrappongono alle credenze pagane d'una volta. In ogni angolo dell'isola ci sono processioni e feste cui vale la pena assistere almeno una volta nella vita.
Da Trapani ad Enna, da Ragusa a Catania il periodo che precede la Pasqua è il momento ideale per visitare la Sicilia, approfittando anche delle miti temperature che contraddistinguono l'inizio della primavera. 
Tra i momenti più suggestivi segnalo la Processione degli incappucciati che rappresenta il clou della suggestiva Settimana Santa di Enna. Sulle tortuose strade della cittadina 2.500 confrati con il volto coperto da un cappuccio danno vita a una memorabile fiaccolata  che accompagna in processione i fercoli del Cristo morto e della Madonna addolorata al ritmo di marce funebri. L'atmosfera è da brivido.


Gli archi di Pasqua di San Biagio Platani
A San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, resiste ancora oggi una tradizione che risale al Settecento: una vivace competizione artistica tra le due confraternite religiose cittadine che culmina la sera del sabato di Pasqua con l'allestimento festoso di enormi archi artistici realizzati con materiali naturali (canne, salice, cereali, datteri, pane da pare) che ciascun contendente realizza nella porzione del corso cittadino che gli è stata assegnata.  
C'è sempre un buon motivo per visitare la costa occidentale della Sicilia: mare cristallino, paesaggi mozzafiato e un'atmosfera pasquale che ha un gusto tutto particolare. A Trapani si svolge la Processione dei Misteri, antico retaggio della dominazione spagnola. Dalle 14 del venerdì santo per quasi 24 ore consecutive vengono portati in corteo 18 gruppi statuari e 2 simulacri, quello del Cristo morto e quello di Maria addolorata, portati a spalla dai massari che seguono una tradizionale annacata, un movimento ondulatorio al ritmo della musica suonata dalla banda che ricorda quello caratteristico della festa di Sant'Agata a Catania.
Piana degli Albanesi in provincia di Palermo va fiera della sua fede ortodossa praticata ancora oggi da una consistente comunità. La Pasqua in questa enclave albanese segue antichi riti bizantini come il "Lazeri", un canto che celebra la resurrezione di Lazzaro intonato dai giovani del paese accompagnati dal papas, il sacerdote, la cavalcata dell'asino da parte del vescovo in occasione della Domenica delle Palme e ancora la lavanda dei piedi il giovedì santo, i battesimi per immersione il sabato e la messa nella cattedrale di San Demetrio la domenica con la preparazione della mensa finale.
Il ballo dei diavoli a Prizzi
Sempre in provincia di Palermo si tiene il Ballo dei Diavoli di Prizzi, un manifestazione di chiara origine pagana entrata a far parte della tradizione cristiana come simbolo della lotta tra il bene ed il male. La mattina del giorno di Pasqua per il paese gira la "morte" vestita di giallo e accompagnata da due diavoli con un costume rosso, con corna e pelli di agnello sulle spalle. Attraversano rumorosamente il paese fermando i passanti ed impadronendosi simbolicamente della loro anima. Nel pomeriggio, lungo il corso ed in vari altri punti della città, si tiene la rappresentazione che vede i diavoli impegnati nell'impedire l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna. Ma quando l'incontro  avviene i diavoli vengono scacciati dagli angeli al suono della banda musicale.
I diavoli tornano protagonisti ad Adrano, in provincia di Catania, in una rappresentazione sacra di origine medievale che tiene banco ai piedi del Castello. Cinque diavoli vestiti di rosso escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo, Lucifero, vestita con un costume che raffigura uno scheletro, ed un angelo sotto forma di un bambino. Inizia una serie di discussioni sul bene e sul male che si conclude quando l'Angelo costringe i diavoli a pronunciare la frase "Viva Maria".

E voi che programmi avete per Pasqua? 

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