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venerdì 18 novembre 2011

Fotografia, Steve McCurry attraverso 200 scatti. Al Macro di Roma dal 3 dicembre


Il fotografo Steve McCurry
C'è un'immagine che coniuga alla perfezione colori, suggestioni e potenza della fotografia. Ritrae il Taj Mahal riflesso sull'acqua del fiume che lo circonda mentre un bambino riempie un secchio increspandone la superficie. E' una scena che mi emoziona ogni volta che la vedo, sarà perché ho una passione segreta per l'India, sarà perché ho un debole per Steve McCurry, uno dei più celebrati fotografi dei nostri tempi. E a ragione: date uno sguardo a http://www.stevemccurry.com/ oppure stevemccurry.wordpress.com/ per farvi un'idea del suo lavoro, se non lo conoscete. 
A lui è dedicata la mostra che sarà inaugurata al Macro di Roma il 3 dicembre e rimarrà aperta al pubblico fino al 29 aprile 2012.


Duecento scatti (compresa una sezione dedicata all'Italia) che raccontano la straordinaria carriera di Steve McCurry, americano di Philadelphia, 61 anni, convertito alla fotografia quando ne aveva una trentina e aveva già collezionato una serie di polimorfe esperienze lavorative compresa quella in giro per l'Europa come cuoco. Lo studio della tecnica fotografica alla Pennsylvania University gli ha concesso di affinare la sua naturale sensibilità per le immagini e ha contribuito a schiudergli le porte della Magnum, una delle più importanti agenzie fotografiche al mondo, e del National Geographic.
La sua foto sicuramente più conosciuta e riprodotta è intitolata La ragazza afgana . Come non rimanere impressionati dai due grandi occhi verdi che brillano come fari sul volto di Sharbat Gula, rifugiata in un campo profughi di Peshawar (Pakistan). Quel primo piano denso di colori e di emozioni lo ha definitivamente consacrato nell'Olimpo della fotografia consegnandogli la prima pagina del National Geographic Magazine nel numero di giugno 1985. Uno scatto di cui va fiero anche a distanza di anni, come ci tiene a sottolineare in questa interessante e dettagliata intervista che sviscera la sua storia e la sua empatia per l'Asia e per i ritratti.
E svela il segreto del suo successo.  "Ogni foto - racconta Steve McCurry - è prima di tutto intuizione, secondo me. Qualcuno la chiama ispirazione, quell’attesa del momento da immortalare".
Il suo kit fotografico? Essenziale. "Sembrerà strano, ma ho solo due macchine fotografiche Nikon. Non voglio complicarmi la vita, non amo portare dietro troppe cose e preferisco giocare con la luce e l’ambiente in cui mi trovo a fotografare, utilizzando soprattutto la luce naturale che regala alle cose una dimensione unica".




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